Sgradite, inquinanti, spesso pericolose, le grandi aree industriali sono zone da cui, anche se considerate necessarie, ci si tiene lontani.
Eppure, nonostante la razionalità dica il contrario, muoversi tra l’insieme delle ciminiere, delle gru, degli immensi macchinari, delle architetture antiche e moderne che si mischiano in immensi spazi tra metallo e cemento, ha un suo fascino del tutto particolare.
La notte, con i suoi misteri latenti, amplifica a dismisura tutto questo: un’oscurità da cui improvvisamente emergono ciminiere come torri di manieri, l’acqua dei canali che riflette creando giochi fantasmagorici, luci e ombre che si mischiano alle navi, ai tir, ai container e a tutto quello che concorre alla febbrile attività.
La notte modifica la percezione delle cose e trasfigura queste immense aree in qualcosa di completamente diverso da quello che sono realmente e crea, paradossalmente, un affascinante
mondo parallelo.