Il Caso Dal Molin

Il caso dell’aeroporto Dal Molin a Vicenza nasce da un accordo segreto nel 2004, tra il governo Berlusconi e il sindaco della città Hullweck che, senza coinvolgere né il consiglio comunale né i suoi concittadini, si rese disponibile per accogliere nel territorio una nuova base americana.
Solo nel maggio 2006 cominciarono a circolare notizie sul progetto e così i cittadini delle zone limitrofe alla nuova base, costituitisi in sei comitati, cominciarono ad agire in modo coordinato.
La nuova base americana occuperebbe una zona nell’attuale aeroporto civile Dal Molin e servirebbe al rapido intervento nelle aree strategiche del medio oriente, diventando quindi un fondamentale nodo per i nuovi assetti militari mondiali.
La maggioranza dei cittadini di Vicenza e dei comuni limitrofi sono contrari a questa costruzione per tutta una serie di motivi che vanno dal devastante impatto ambientale e sociale al sicuro danno economico per una città considerata patrimonio mondiale dall’ Unesco.
Anche il nuovo governo Prodi, nonostante le promesse preelettorali si è adeguato agli “ordini” americani e ha dato il benestare per la costruzione della base. Questa decisione ha scatenato una forte reazione dei comitati contrari, costituiti da cittadini di tutte le età e tendenze politiche, che, raccolti intorno al presidio permanente “No Dal Molin”, hanno organizzato decine e decine di iniziative contrarie, culminate nella manifestazione nazionale del 17 febbraio 2007 con oltre 100.000 partecipanti arrivati da tutta Italia.
Negli anni successivi azioni ed iniziative mirate si sono susseguite a ritmo serrato, tenendo sempre vivo l’interesse per questo caso.