Il Caso Via Anelli a Padova
Lo scandalo di Via Anelli a Padova è rimasto per anni un problema locale di pochi, residenti immigrati e italiani, polizia e amministrazioni comunali via via succedutesi negli anni. Dopo aver sottovalutato per lungo tempo le conseguenze di un atteggiamento ondivago, di fronte al precipitare della situazione, l’unica soluzione trovata è stata costruire un muro. Attorno a questa barriera, lunga ottanta metri e alta tre, sono montati new jersey e transenne che impediscono l’ingresso e sono stati istituiti check-point, con la presenza della polizia 24 ore su 24.
Un intero quartiere muta il proprio volto: quello che era chiamato ghetto, adesso ghetto lo è diventato veramente. Qui, in cinque palazzoni nati negli anni settanta per ospitare gli universitari, si è insediata poco alla volta, spinta dalle speculazioni dei proprietari, una popolazione di extracomunitari per la maggioranza clandestini, dedita ad attività illegali, dallo spaccio di droga alla prostituzione. Via Anelli in pochi anni è diventata un orizzonte di parabole e panni stesi, bivacchi tra il cemento, auto scassate parcheggiate ovunque, prostituzione e spaccio giorno e notte. Accanto a questi, molti immigrati regolari che lavorano nelle aziende della zona, diventati ostaggi degli illegali.
Alle guerre per il controllo di questi mercati redditizi si sono aggiunte nel tempo le divisioni etniche e la situazione è degenerata fino ad esplodere in furiose battaglie con l’intervento dei reparti speciali per riuscire a riprendere il controllo della situazione. Nel mese di agosto il caso è arrivato sino al Parlamento, con roventi polemiche politiche.
E così, alla fine, è stato alzato il muro. Dei cinque palazzoni all’interno, solo due sono abitati, gli altri sono stati murati, secondo il progetto di svuotare poco a poco la zona. A vivere in questo inferno urbano sono in centinaia e la loro situazione invivibile ha mosso le proteste di molti; tra questi, i principali contestatori della ghettizzazione attraverso il muro, sono i gruppi No Global che hanno indetto manifestazioni e cortei di forte opposizione.
Nell’indifferenza dei cittadini, il muro non sembra offenderli, ma sono molto più preoccupati di dove saranno spostati gli extracomunitari di via Anelli (l’importante è che siano distanti e che gli eventuali problemi riguardino gli altri…), l’amministrazione comunale promette che la barriera è solo una misura temporanea, ma il dubbio di molti è che, come spesso accade in Italia, il temporaneo diventi definitivo.























































